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Messaggio  mirko Gio Gen 07, 2010 11:34 pm

Sempre più stanchi della sitruazione di non rispetto e non sorveglianza delle nostre acque abbiamo contattato un amico della Lega Nord per poter portare all'attenzione il nostro problema,assieme abbiamo steso un articolo e fatto publicare nel Gazzettino di Venezia.Che questo nuovo anno sia l'inizio di qualcosa d'importante per la provincia di Venezia.

Il Gazzettino di Venezia Giovedì 7 Gennaio 2010,
A tutela delle carpe
Quasi 300 iscritti per il gruppo "Rivogliamo il Carpfishing su Facebook". E c’è chi parla anche di organizzare ronde a difesa delle carpe veneziane. La disciplina arrivata in Italia all’inizio degli anni ’90, vive in questo periodo, almeno nel Nordest, uno dei periodi più neri della sua storia. “Il Carpfishing – scrivono gli stessi curatori del gruppo – sta morendo.” Oltre a un problema interno, legato ai sempre più giovani "carpisti" nati con l'ossessione del record a tutti i costi, la disciplina è attaccata anche dall’esterno, soprattutto da veri e propri ‘bracconieri’ che, stando alle rilevazioni degli appassionati, stanno falcidiando la fauna ittica di corsi d’acqua quali il Dese, il Santa Maria a Ca’ Noghera, in zona Montiron, ma anche le Cave di Praello a Marcon, fin all’interno dell’area protetta del Wwf, e nella zona del forte di Carpenedo. Sempre più carpe vengono prelevare da acque libere per andare a rifornire laghetti privati, dove si pesca a pagamento; un vero e proprio traffico di pesce vivo dietro al quale pare esserci una vera e propria organizzazione criminale che utilizza, nottetempo, barche, reti e furgoni. Per ora nessuna soluzione, anche perché le ruberie non sono facilmente individuabili, essendo estese anche nel territorio rodigino ed oltre, più a sud. Ma per Venezia, oltre ad interessare la polizia provinciale, c’è già chi parla di organizzare vere e proprie ronde. A difesa delle carpe e di un ambiente naturale che alcuni evidentemente vorrebbero far scomparire.

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Dal GAZZETTINO di Venezia Empty Andare a pesca e rischiare la pelle

Messaggio  mirko Sab Gen 16, 2010 4:51 pm

Altro articolo che verrà publicato nei quotidioani.

Andare a Pesca e Rischiare la Pelle

Forse chi pensa alla pesca, immagina un’attività tranquilla di appassionati che, muniti di tutte le attrezzature possibili, se ne vanno a passare interi pomeriggio, perché no, intere nottate solamente per vivere la tanto attesa emozione di sentire la canna tirare dall’ignaro pesciolino.Li si vede in barca in laguna, nelle rive di fiumi e dei laghi ed a guardarli sembrerebbe tutto tranquillo e sereno, come il silenzio che, spesso accompagna questi sportivi della pesca.
Eppure non è tutto così tranquillo, anzi, la pesca diventa giorno dopo giorno uno sport pericoloso, sia per l’ambiente che per i pescatori stessi. La Dream Carp Revolution, società di pesca nata nel 1995 con sede a Marghera (Ve) denuncia lo stato di degrado dei fiumi dovuto soprattutto alle attività di bracconaggio e di violenze che subiscono fiumi, laghi e pescatori completamente abbandonati da un qualsivoglia tipo di vigilanza che li tuteli’è, infatti, una presenza sempre più massiccia di barche non autorizzate che risalgono i fiumi munite di reti che si riempiono ingiustamente ed illegalmente di pesci da rivendere poi ai mercati ittici o alle strutture come i laghetti o le cave private. Ma la cosa ancora più spaventosa e preoccupante sono i gruppi, sempre più numerosi di persone violente e senza scrupoli che, oltre a pescare senza licenze e permessi, bivaccano negli argini dei fiumi violentando e deturpando il paesaggio, lasciando rifiuti e sporcizie, ma soprattutto danneggiando le auto e rapinando di notte attrezzature di pescatori Italiani, che ad un cenno di reazione rischiano violenze fisiche. Tutto perché non c’è un minimo di sorveglianza.
Probabilmente non tutti sanno che il Carpfishing, la pesca della carpa, è una disciplina che ha molto seguito in Italia pur essendo di origine anglosassone e sia nata nei primi anni 80.Arrivata nel nostro bel paese già dai primi anni 90 passando per Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna ed ha come prima regola la cattura ed il rilascio del pesce dopo una foto che resterà come un ricordo indelebile nella memoria dell’appassionato, il rispetto per l’ambiente della fauna ittica e per tutti i pescatori sono i principi fondamentali su cui si basa questa affascinante tecnica di pesca che sta vivendo in questi ultimi anni un’espansione davvero incredibile. Moltissimi giovani, infatti, si stanno avvicinando affascinati da questa tecnica innovativa che dalla possibilità di vivere la natura imparando a conoscerla e a rispettarla.Eppure nonostante tutto questo piacere i cittadini Italiani si vedono sporcare anche tutto questo da gente che rispetto e legalità non sa neanche cosè, gente che li è concesso di tutto rimanendo impuniti e farla sempre franca. Un pescatore per poter pescare deve pagare la licenza i permessi acquistare attrezzature costose e poi che succede? Per paura deve rinunciare alla sua passione per la presenza di queste genti barbare.
Pescatori picchiati aggrediti e derubati e sempre soli. Soli nella notte, soli nella lotta, soli nel chiedere protezione e attenzione verso un fenomeno di violenza a cui nessuno fa caso e nessuno da importanza.
Questa società di pesca dice basta e vuole diffondere questo degrado.

mirko

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